#publicarchaeology. Giuseppe Lepore, professore in Archeologia e Storia dell’Arte, intervista Giuseppe Parello e…viceversa
27 Ottobre 2018
#publicarchaeology Lepore intervista Parello e…viceversa
Lepore: quanto abbiamo fatto quest’anno si inserisce nel PROGETTO del Parco di ARCHEOLOGIA PUBBLICA?
Parello: tra i tantissimi temi individuati durante questa ricerca, quale pensi debba essere approfondito nel prossimo step?
La fieldschool sulla Pittura Ellenistica, organizzata dal Parco Valle dei Templi e dall’Università di Bologna, si è tenuta questo ottobre e ha avuto un ottimo riscontro di partecipanti. Venti allievi provenienti da molte regioni d’Italia e dalla Germania, appartenenti a diversi atenei, si sono dati appuntamento nella splendida cornice del sito dell’antica Akragas per approfondire i temi della conservazione e del recupero archeologico degli intonaci dipinti e delle cornici in stucco.
Durante la prima settimana, 8 docenti del Parco e di 5 atenei italiani e stranieri, hanno spiegato ai ragazzi le linee generali della pittura parietale di età ellenistica in un viaggio che, partendo dalla Macedonia, attraverso la Campania, l’Italia meridionale e la Sicilia, ci ha portato al Quartiere ellenistico-romano di Agrigento. Qui lo scorso anno è venuto alla luce uno straordinario deposito, non ancora indagato, di pitture di I e II stile pompeiano (II-I sec. a.C.), eccezionalmente conservato dal crollo delle strutture murarie in argilla e del tetto di tegole della Casa III M.
Durante le successive tre settimane, i ragazzi sono stato suddivisi in gruppi e hanno potuto prendere parte a tutte le attività che il Parco Valle dei Templi e la Missione Archeologica Unibo hanno svolto al Quartiere ellenistico-romano e nell’area di Porta V. Il primo gruppo s’è occupato dello scavo e del recupero degli intonaci e delle cornici dipinte mentre, in magazzino, altri allievi provvedevano a pulirle e consolidare sotto la guida attenta di tutores esperti in restauro. Altri piccoli gruppi hanno affiancato gli archeologi nei sondaggi di profondità riportando alla luce le fasi più antiche dell’abitato di Akragas, del VI, V, IV e III sec. a.C. e nelle fasi di pulitura e catalogazione dei reperti. Un altro gruppo, insieme a professori qualificati, ha potuto apprendere i rudimenti dello studio dei materiali rinvenuti duranti gli scavi degli anni Cinquanta del XX sec. e conservati nei magazzini del Parco e del Museo Pietro Griffo di Agrigento e finora mai presentati al pubblico. Insieme ai topografi dell’Università di Bologna, gli allievi della field school hanno acquisito i rudimenti del disegno digitale tramite tecnologia laser scanning e l’hanno messa in pratica sui rinvenimenti che via via sono stati messi in luce dallo scavo archeologico. Insieme ai nostri tutores di geofisica, hanno eseguito indagini geomagnetica che forniranno dati utili per le prossime campagne di scavo e di ricerca. Infine, ci hanno aiutato a mettere in opera un wafer climatico all’interno di una stanza della Casa della Gazzella, che consentirà alle pitture parietali presenti di conservarsi ancora a lungo e ai visitatori di avere un’immagine più vicina a quella che doveva essere l’antica decorazione dell’interno di una domus agrigentina in età romana.
Vogliamo ripartire da questi buoni risultati per avviare il prossimo anno una nuova field school nel Quartiere ellenistico-romano di Agrigento e coinvolgere sempre più giovani archeologi, restauratori e appassionati nel nostro progetto di ricerca.
Giuseppe Parello, direttore Parco Archeologico e Paesaggistico della Valle dei Templi
Giuseppe Lepore, Professore associato presso Dipartimento di Storia Culture Civiltà Alma Mater Studiorum – Università di Bologna
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