Caro biglietti aerei dalla sicilia, Musumeci avvia la continuità territoriale 📹 di Roberta Zicari

13 Novembre 2019

Novità sul fronte della continuità territoriale.
Oggi il Presidente Musumeci, facendo riferimento all’articolo 135 della Finanziaria nazionale del 2000, ha formalmente chiesto al ministro De Micheli di poter avviare «le procedure previste per l’imposizione degli oneri di servizio pubblico per la realizzazione della continuità territoriale tra gli aeroporti di Palermo e Catania e gli aeroporti nazionali». Il governatore siciliano, dunque, chiede la delega «prevista dalla citata normativa, per potere indire la conferenza di servizi propedeutica alla definizione delle attività sopra indicate».
Al momento il piano di continuità per la Sicilia riguarda solamente gli scali Comiso e Trapani, per cui c’è un fondo da 50 milioni di euro figlio di precedenti emendamenti alle finanziarie degli ultimi anni. Ma neanche per i due scali minori le tariffe sociali sono partite perché si attende il via libera della commissione europea.
«che va riconosciuto all’isola il principio di insularità per colmare il gap infrastrutturale e strutturale che impedisce agli abitanti della Sicilia di avere pari opportunità con il resto dei cittadini europei». Un diritto che la Regione avrebbe potuto rivendicare già dal 2016, quando l’Ue riconobbe la «condizione di insularità» a Sicilia e Sardegna dopo il via libera di Strasburgo alla risoluzione bipartisan degli ex eurodeputati Michela Giuffrida (Pd) e Salvatore Cicu (Forza Italia).
Ma non è tutto, il vice ministro ai trasporti, Giancarlo Cancelleri su Open, lancia una proposta contro il caro volo erei: tariffe sociali solo per alcune tratte (Milano-Catania, Milano-Palermo, Roma-Catania e Roma-Palermo a/r) e riservate esclusivamente a tre categorie: lavoratori, studenti e disabili che si trovino al Nord ma che abbiano la residenza in Sicilia.
Uno sconto – che verrebbe applicato direttamente al momento dell’acquisto, e non successivamente sotto forma di rimborso – che potrebbe partire già dal 2020, in attesa che agli aeroporti di Catania e Palermo venga riconosciuta la continuità territoriale (prima, però, la Regione Siciliana dovrà richiederla).

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